101 STORIE ZEN

Buongiorno, internauti. Per una volta (ogni tanto succede) ho svariato dalla sci-fi e mi sono introdotto in una lettura diciamo a semplificare ‘Zen’. In Occidente è una tematica poco approfondita, forse anche perché, in quanto appunto occidentali, la nostra formazione mentale/spirituale ‘contride’ con certi argomenti, in rapporto a una ‘azione’ ormai eccessiva condita fin dalla nascita verso altre… diciamo ‘soluzioni’? In Oriente, dove l’attenzione e l’essenza hanno più valore e rispetto per il Sé, è tutta un’altra faccenda.

In ogni caso, in questo scritto troviamo una tradizione filosofica-letteraria-artistica-spirituale, certo datata ma sempre valida, che Nyogen Senzaki e Paul Reps sintetizzano in una raccolta di brevi, brevissime storielle, aneddoti di maestri Zen ‘reduci’ dalle profondità del precedente millennio.

Che dire, mi è ovviamente piaciuto. Più che in un altro mondo, pare di essere ‘fuori’ da ogni mondo. In sintesi, scopo dell’uomo: Consapevolezza.

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OCCHI DI GATTO

Rieccomi dopo non molto tempo con un altro Zelazny. Non per colpa mia, ma i 3 libri che ho provato a leggere non hanno passato la ‘prova’ e sono ben presto finiti cestinati. Ovvero, o sono io ad avere gusti difficili o in giro c’è una discreta presenza di roba scadente. Non faccio nomi. Quindi, della serie ‘solo quelli che mi piacciono’ ecco (ancora) Roger Zelazny con ‘Occhi di gatto’.

L’ultimo dei Navajo, cacciatore di alieni, in un futuro non ben precisato. E già qui… Mixando una storia d’azione e le tradizioni di un popolo… Il risultato è un fantastico romanzo originale, di grande impatto emotivo.

Consigliato vivamente.

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GALASSIA MADRE

Hasta internauti. Stasera synth-concert dei Redstar Melody’s sulla Cintura di Orione. Il palco volante approderà alle 8 stazioni su un percorso centripetico di fionda a sorpresa…

Oggi mi viene che è un post da racconto. Metto un breve soggetto del 2007, già pubblicato in ebook su Indeed Stories 6 (2012 e 2021) e nel libro 50 sfumature di sci-fi (2013). Buona lettura.

GALASSIA MADRE

Quasar. Acronimo di Quasi Stellar Radio Source (sorgente radio quasi stellare). Corpo celeste con una rilevante emissione di onde radio dall’aspetto affine a una stella.

Il mio errore più grande… soprattutto dando per scontato che fosse veritiero il mio credere, indotto. Ho vissuto tutta la vita considerando scienza e poesia assolutamente non compatibili, agli antipodi del modo di essere e pensare.

“Invece qui…”

L’orizzonte mi parla, e mi dice quello che ho sempre voluto sentire.

L’orizzonte si esprime seguendo lo scorrere dei suoi pensieri, ora li capisco… sono i miei pensieri.

L’orizzonte è il confine, lo specchio dell’anima… e di tutte le anime, che ci prospetta i nostri desideri e le nostre paure, perché quello abbiamo voluto vedere.

Deliri allucinanti! Assolute bugie!

L’orizzonte sono io. L’orizzonte siamo noi…

L’orizzonte è.

E il suo soffio vitale… è Quasar.

Qui scienza e poesia sono uno stato ‘naturale’ unificato, posso esprimermi in ‘poetico’ o dibattere in ‘scientifico’ e non ritrovo differenza in quello che provo.

“E vedo le quasar…”

Le quasar non sono corpi celesti leggendari posti a chimeriche distanze incalcolabili. Ci appaiono come normalissime stelle e, in rapporto, sono a noi molto vicine. Sono galassie-figlie partorite da galassie-madri, unite tra loro da veri e propri collegamenti materiali come un cordone ombelicale di cui rimane traccia, anche quando diventano “adulte” e si allontano dal “nido” di origine per compiere il loro destino universale.

Questo comportamento delle giovani quasar e l’essenza della loro relazione più che confidenziale con la galassia madre, comprova fuori d’ogni dubbio che l’universo stesso non si sarebbe manifestato qualche miliardo di anni fa deflagrando con un unico e immane botto, ma si tratta bensì di un processo continuativo – eterno – per un universo incessantemente simile a se stesso. Simile al parto? Poi alla vita e alla morte? Come noi umani, né più né meno?

Per rimanere metaforicamente in tema, possiamo anche dirlo. L’universo non ha origine, è sempre esistito. Galassie e stelle muoiono, galassie e stelle nuove nate prendono il loro posto. Il cuore delle galassie è il grembo per la creazione, l’universo apparente il posto in cui il “creato” può vivere e morire. Un eterno movimento dove, in realtà, nulla succede.

Arp aveva ragione, perlomeno non talmente torto da considerarlo fuori strada. E con lui e i suoi quattro cavalieri dell’apocalisse, se così vogliamo definirli: Burbidge, Hoyle, Ambartsumian e Narlikar. Stando alle sue supposizioni – che gli costarono piuttosto care sbattendo nell’atrofia di un ambiente cattedratico conservatore – l’universo evolverebbe mantenendosi in una configurazione stabile e autoregolata. La genesi della creazione della materia si localizzerebbe nel centro delle galassie madri, e invece la sua origine fisica primaria sarebbe l’energia di punto zero che erompe dal vuoto quantistico, assicurando un’unica creazione ripetuta in eterno ovunque nell’universo. Nessun singolo punto di partenza in era arcaica.

Esatto, con qualche pecca tipicamente sciento-razionale. Peraltro, di più non si può pretendere. Immettendo un osservatore le cose finiscono per essere “realmente”, anche quando non esistono.

Gli sproloqui, in effetti, sono il mio pane. Lo erano… Da vivo, venne quel famoso momento in cui si combinarono eventi in una ben precisa forma di mente/materia/spazio/tempo: straparlavo di quasar, ero ubriaco fradicio, mi trovavo all’università, stavo dando l’ultimo esame. Mi soprannominarono Redshift, e, nonostante tutto, divenni comunque un astronomo. Osservare il cielo era il mio lavoro, il mio diletto, la mia vita. Parlarne anche, non facevo altro. Osservare e parlare di quel che vedevo… o non vedevo ma stavo cercando.

In questo breve lasso in cui sono sì morto, fisicamente, e la mia coscienza individuale non è ancora in fase di riassorbimento nella coscienza universale, e ha ancora a disposizione la mente con tutti i suoi dati, ricordi e desideri, posso trovare una delle risposte che mi ha assillato in vita. Una per tutte: – Quale è la verità?

C’è un percorso che vedo disteso davanti a me, al mio essere attuale, ne percepisco chiaramente la linea come fosse illuminata a mio esplicito uso tra la distesa di cordoni ombelicali simile a una ragnatela cosmica tridimensionale. Un percorso da compiere a ritroso, per sapere, capire una volta per tutte… “Qual è, allora, la verità?”

Ecco il mio ragionamento, stilato simile a un telegramma e sintetico come un piano d’azione militare, e assolutamente contrario a quello che è sempre il mio dilapidatorio modo d’esprimermi.

Quasar. Le quasar sono le figlie delle galassie madri. La quasar cresce, si distanzia dalla madre e diventa galassia. Restano tracce dei cordoni di raccordo.

Quasar. Galassia madre. GALASSIA MADRE.

GALASSIA MADRE. Dio. Verità.

“Vado!”

Andrò a visitare la Galassia Madre delle galassie madri. So dov’è. Mi basta affrontare la strada, entrare nel suo nucleo e…

Rieccomi, giusto in tempo. La mia coscienza individuale sta iniziando a epurare le tracce di umanità permase. Ma la mente che avevo in dotazione era forte, ci vorrà un po’. La coscienza universale sta richiamandomi in Sé. Già comincio a comprendere molte cose, a giustificarne altre…

Avrei potuto aspettare e la risposta mi sarebbe arrivata senza andarla a cercare. Qual è, infine, la verità?

Ho scoperto che Dio… È comunque inutile che ve lo dica. Perché togliervi la sorpresa? Lo scoprirete lo stesso al momento giusto. Tutto il resto è sogno.

IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI

Buongiorno, Internauti. Sempre della serie ‘solo quelli che mi piacciono’ vi vengo a presentare “Il giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne. Non che ci sia da presentare più di tanto in effetti, Verne è tra i più rilevanti e apprezzabili autori di storie e romanzi di sempre, considerabile anche tra i padri della moderna fantascienza. Credo che conosciamo più o meno tutti questo libro, e come Ventimila leghe sotto i mari, Viaggio al centro della Terra, Dalla Terra alla Luna, L’isola misteriosa…

Resta che in edicola qualche tempo fa, non tantissimo, hanno sfornato quest’edizione a basso prezzo di parecchi titoli del nostro Verne, e ne ho approfittato. Ne ho presi alcuni iniziando con questo quasi regalato (che già avevo) e poi andando a pescare tra quelli dai titoli meno gettonati e che non avevo ancora letto.

E così giunse il fatidico momento in cui si rilegge un libro dopo un più o meno quattro decenni. Ricordavo bene la trama, ho visto anche il film più di una volta, e da ragazzo era stata una lettura avvincente, un’avventura in tempi un po’ andati ma ancora correlabile a una realtà di ‘luoghi distanti’. Leggendolo ora mi è sembrato di entrare in un’era alternativa, un passato distante anni luce… quasi un altro universo.

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DONNE SOTTOMESSE E PECCATRICI

Buongiorno, internauti. Oggi torno ancora su Uno Editori, presentandovi il volume “Donne sottomesse e peccatrici” di Francesco Esposito. Ovvero: La mancata emancipazione femminile nel cristianesimo antico.

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Il ruolo della donna all’interno della società civile è un tema tanto moderno quanto antico. Ancora oggi esistono delle criticità che sembrano riflettere quelle dell’antica società romana in cui si stava sviluppando il Cristianesimo ortodosso. Se nella società greco-romana le donne colte erano sì tollerate ma giudicate con occhio critico, con l’avvento del cristianesimo e della letteratura apologetica il ruolo della donna si allontanò sempre di più dall’aspirazione di ruoli apicali, potendo ambire a una sola vita di privazioni, servizio e martirio.

Negli scritti dei Padri della Chiesa risulta estranea ogni pretesa di emancipazione femminile: le donne verranno sempre di più relegate in ruoli marginali. Soprattutto con gli scritti di un autore come Tertulliano, la donna si troverà costretta a porre costantemente rimedio al suo status di eterna accusata in quanto concausa dei mali del mondo.

Con questo libro scoprirai: La concezione della donna nell’antichità: fra cultura ebraica, società romana e cristiana; Il profetismo femminile eterodosso; Il matrimonio: fra diritto romano ed esigenze cristiane… e molto altro ancora.

Esposito Francesco, Lamezia Terme (cz) classe 1986, si laurea in Scienze Filosofiche con una tesi magistrale sul De Cultu Feminarum di Tertulliano e la figura femminile nel cristianesimo patristico e nella società romana. Studioso di cristianesimo primitivo e pre-conciliare, dal 2013 cura una rubrica di approfondimento sui testi biblici assieme all’autore Mauro Biglino intitolata “Racconti dall’Antico Testamento”.

Articoli https://unoeditori.com/author/francesco-esposito/

Il libro è acquistabile qui https://unoeditori.com/prodotto/donne-sottomesse-e-peccatrici/

IT’S MEME DAY

Buona giornata, internauti. It’s meme day, e oggi va così…

“L’individuo è un frammento integrato in un sogno più vasto che è il sogno cui è stato imposto un nome: umanità. L’umanità è un sogno che sogna incessantemente sé stesso, in un processo nell’ambito del quale avvengono i sogni delle vite individuali. Ogni procedimento individuale è ‘Uno’ con il processo umanità ed è da esso indissolubile. La matrice del sogno umanità e del sogno individuo umano è la Coscienza. La Coscienza è di per sé un sogno e ricopre il ruolo di ‘Matrice’ del sogno che si verifica sul piano temporale e spaziale. Le vibrazioni, le energie e la materia sono il risultato dei processi della Coscienza, come lo sono l’elemento temporale e spaziale dell’individualità umana, composto dalla mente, dagli elementi energetici e dal corpo fisico. La Coscienza è il ‘collante’ di tutto questo, del sogno denominato umanità dal sogno dell’individualità umana, del sogno chiamato Creazione.
Si va alla ricerca di chi sta sognando ponendosi una domanda: si troverà qualcuno?”

PSYCONEGOZIO

Buongiorno, internauti. Continuo con le mie riletture di Roger Zelazny, scrittore mirabolante che è poi anche una delle mie principali muse ispiratrici. Il libro odierno è Psyconegozio (Psycoshop, 1998) in cooperazione postuma (ovvero, il terminare un altrui romanzo) con Alfred Bester, autore che mi ha dato modo di leggere con soddisfazione ‘L’uomo disintegrato’ e ‘Destinazione stelle’.

Ci ho messo un po’, lo ammetto, a entrare in (dis)armonia con lo sviluppo della storia, ibrido di due autori. Una volta che si riesce ad adeguarsi ai continui mutamenti, parlo per me, il resto è una lettura surreale a cadenza elevata, a tratti onirica, più che apprezzabile. Ci sono vari universi cui accedere, relativi e variegati personaggi, il tutto condito con passaggi di un’ironia sempre intelligente.

Approvato (di nuovo) e consigliato.

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YODA

Hasta, compadres internauti…

La serata è particolare, di ricordi che viaggiano nello strano tepore di una primavera ormai impiantata. Fuori si stava bene, c’ero fino a due minuti fa. È appunto serata di ricordi, lontani o meno, che riappaiono come i parenti dimenticati dell’Australia che ti piombano a casa senza preavviso.

Da bambino guardavo sbalordito gli spettacoli di fuochi pirotecnici, mia nonna mi teneva per mano. Era allora un gigantesco essere di un metro e cinquanta scarso. In un cielo trapuntato di stelle erano luci dai mille colori brillanti e le forme più svariate. Ed erano immense cascate, corolle, raggiere, fiori, serpentelli accompagnati da rumori altisonanti e fumo, ad addensarsi come nuvole basse. Fumo che visto da vicino trasportava delicatamente striscioline e coriandoli a sparire nel nulla. Pensavo ai pirati che bombardavano le navi per poi abbordarle, a eruzioni di lava infuocata, fantasticavo di roghi e magie, alternavo espressioni di sorpresa a sorrisi sinceri.

L’essere umano è materia. Materia sono la luna e le stelle.

L’essere umano è energia che parla e si muove. Si muovono anche la luna e stelle, sul parlare ho qualche dubbio ma propendo per il sì, è più probabile che non si riesca a sentirle. Cellule, atomi, particelle sub-atomiche, quanti. Energia… Energia né creata né distrutta. Energia in continua trasformazione. Un giorno io sarò energia che diventa luna e stelle, un altro giorno la luna e le stelle saranno me (o un altro io) bambino che guardo sbalordito spettacoli di fuochi pirotecnici.

Oggi però i fuochi pirotecnici che scoppiettano in cielo non mi dicono più nulla. Le luci sono noiose e i rumori altamente fastidiosi. Riguardo in alto… e penso… e dopo un po’ capisco. Per far ritornare un sorriso perduto non servono gli spettacoli, bisogna ritornare bambini.

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IL SIGILLO DEL DOLORE

Buongiorno, Internauti. Sempre della serie ‘solo quelli che mi piacciono’ vi vengo a presentare “Il sigillo del dolore” della capacissima Giovanna ‘Wonder Woman’ Repetto. Io adoro leggere Giovanna Repetto (però non diteglielo alla ragazza sennò si gasa), finora non mi ha mai deluso, anzi, mi ha aperto nuovi orizzonti…

L’evoluzione della storia è impellente, incontenibile. La lettura diventa urgente e ogni pagina successiva è un invogliare alla scoperta di un universo a sé stante tutto da liberare… Vi lascio l’incipit, più eloquente e suggestivo delle poche e costipate parole del sottoscritto.

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«Soldato, dove hai messo il tuo cilicio?»

Con questo incipit il romanzo introduce il lettore in una società distopica, una città – fortezza popolata da soli uomini e organizzata in un rigido ordinamento gerarchico. La classe dominante è rappresentata dai Superiori, che governano la Città e sono a loro volta soggetti all’autorità assoluta dell’Irreprensibile. Egli è l’unico a poter entrare in contatto diretto con il Teobasilio, un’entità mistica che è l’unica fonte di energia per tutta la Città. L’ossatura della società è costituita dai soldati, che sono soggetti a una rigida disciplina e vengono sorvegliati dal corpo speciale delle Sentinelle. Tutti portano sull’omero un cilicio, simbolo di fedeltà al Teobasilio.

La storia inizia quando il soldato Zaion viene sorpreso privo del cilicio regolamentare. Punito e degradato, egli non sa o non vuole fornire una giustificazione plausibile né dare indicazioni sulla sorte dell’oggetto scomparso. I Superiori gli mettono alle costole un’ambigua Sentinella, Anton, con l’incarico di aiutarlo nelle ricerche ma soprattutto di esercitare una stringente sorveglianza. Anton è uno strano uomo. Cinico e beffardo, non lascia capire fino a che punto sia disposto a credergli e ad aiutarlo. Una particolarità che si fa notare è il suo volto, insolitamente irregolare per una società dove ogni deformità viene eliminata con crudeli criteri eugenetici.

Tre destini si incrociano in una partita dall’esito imprevedibile, dove l’amore e la morte sono le uniche carte disponibili, ma anche la posta in gioco.

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Lascio il link stavolta, per chi ne avesse interesse: http://www.kipple.it/prodotto/il-sigillo-del-dolore-giovanna-repetto/ ; ovvio è anche su Amazon e gli altri Store.

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INDEED STORIES

“Non esiste un vascello veloce come un libro, per portarci in terre lontane, né corsieri come una pagina, di poesia che si impenna – questa traversata può farla anche il povero senza oppressione di pedaggio – tanto è frugale il carro dell’anima”. Emily Dickinson

INDEED STORIES è un progetto digitale del 2012 in 6 volumi a raccogliere oltre 20 anni di racconti, ora riproposti rivisitati e suddivisi per categoria tematica. Quindi vi vengo a presentare:

1 / BLOOD TALES – racconti di sangue                 https://www.amazon.it/dp/B09MV5C5V7

2 / DARK TALES – racconti oscuri                          https://www.amazon.it/dp/B09MV5KLLR

3 / FANTASTIC TALES – racconti fantastici          https://www.amazon.it/dp/B09MV3RXCM

4 / FANTAZEN TALES – racconti fanta-zen          https://www.amazon.it/dp/B09MV5F637

5 / SCI-FI TALES – racconti di fantascienza          https://www.amazon.it/dp/B09MVWWXHB

6 / SPACE TALES – racconti dallo spazio              https://www.amazon.it/dp/B09MV7NJFW

Cercali su Amazon e buona lettura.