Data astrale. 171° gh* # sept.
Stasera storiella Zen…
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Il demone del moto perpetuo
Ariosto cammina sempre. Se avesse un contachilometri incorporato ormai l’avrebbe ridotto a fine corsa. Le sue gambe sono come un ingranaggio a vite universale, non fosse che il tempo passa anche per lui lo direi posseduto dal demone del ‘moto perpetuo’. È piccolo e pelato, nato pelato probabilmente, nato pelato e con la sportina della Coop incorporata nella mano destra.
Nella sportina in plastica della Coop c’è sempre dentro qualcosa e morirò certamente senza mai venire a conoscenza del contenuto, a meno che Ariosto non si riveli un normale essere umano, muoia prima di me e alla sistemazione delle spoglie nella bara qualcuno si prenda la briga di guardarci dentro e di rivelare il mistero al mondo.
Ariosto cammina e te lo ritrovi in qualunque luogo a qualsiasi ora nel giro delle tre province adiacenti: Ferrara, Rovigo e Mantova. Il punto esatto del raccordo è a 8 chilometri in linea d’aria, peccato solamente l’impossibilità di segnalarlo con una bandiera o un monumento, essendo in centro al grande Fiume. Magari una boa multicolore… Cammina con la sua sportina della Coop, passo spedito. Maglietta verde militare d’estate, cappottino verde militare d’inverno. Jeans sbiaditi fuori misura e ai piedi scarpe da tennis di tela dell’Adidas, ‘verdino militare’, le costanti.
Mi viene da chiedergli dove le comprate quelle scarpe ‘eterne’, magari esiste veramente il demone del moto perpetuo e gliele ha regalate lui, o ne è posseduto, o è lui il demone, disperso nei meandri della Pianura Padana a camminare e camminare alla ricerca di una strada che lo riporti a casa, a ‘Demon City’ o come si potrebbe chiamare la terra dei demoni.
L’unica volta che lo incrociai gli chiesi semplicemente, d’istinto: “Dove cammini?” La domanda in sé è abbastanza stupida, incompleta come richiesta di notizie e abilitata a qualunque tipo di risposta, dal fatidico ‘fatti i cazzi tuoi’ all’ironico ‘sul ciglio della strada’.
Ariosto si fermò un solo secondo, tempo di rispondere senza guardarmi in faccia. Cercava le merde da pestare perché portano fortuna.
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Hasta, internauti.
